Nell’era delle piattaforme streaming si affacciano ogni giorno nuovi contenuti e nuove forme di intrattenimento e sempre di più grande e piccolo schermo diventano bacino di storie, idee, personaggi e narrazioni.
In questo frangente si fa sempre più rilevante il ruolo dell’editoria quale fonte di ispirazione per nuovi film, saghe e serie televisive. Tra adattamenti cinematografici che hanno fatto la storia, consacrando romanzi e opere letterarie a icone popolari, e altri che hanno invece fatto discutere critici e appassionati, il rapporto tra editoria e cinema è un tema dalle mille sfaccettature.
Come due rami della stessa famiglia il mondo editoriale e cinematografico si influenzano e si stimolano vicendevolmente, trasformando il panorama culturale e d’intrattenimento in cui siamo immersi. È la letteratura che veicola i propri messaggi attraverso il linguaggio delle immagini, è il cinema che genera storie da raccontare e da approfondire attraverso i libri.
Parlando di adattamenti cinematografici viene spontaneo citare uno dei film che più ha fatto parlare di sé, nel bene o nel male, negli ultimi mesi. Ci riferiamo a “It ends with us” (in italiano affiancato dal titolo: “siamo noi a dire basta”) film diretto da Justin Baldoni e con protagonista Blake Lively, tratto dall’omonimo romanzo di Colleen Hoover.
IT ENDS WITH US – SIAMO NOI A DIRE BASTA
Dal libro al film
“It ends with us” è un romanzo scritto dall’autrice statunitense Colleen Hoover e pubblicato da Atria Books nell’agosto del 2016.
Sebbene figuri come appartenente al genere rosa, il romanzo non nasce con l’intento di essere una banale commedia romantica. Tra le pagine la Hoover esplora, infatti, temi come la violenza domestica, l’abuso fisico ed emotivo, la relazione con un partner violento. Una storia di forte ispirazione personale, ha dichiarato l’autrice, strettamente legata al rapporto tra i suoi genitori e alle violenze subite dalla madre.
La protagonista del romanzo Lily Bloom ha in comune con l’autrice un’infanzia trascorsa in una famiglia disfunzionale in cui il padre violento abusava fisicamente della moglie. Da adulta fa la conoscenza di Ryle Kincaid, affascinante neurochirurgo con cui inizia una relazione. Il rapporto tra i due evolverà ben presto in una dinamica tossica in cui Lily finirà per rispecchiarsi in sua madre in quanto vittima degli abusi e degli scatti d’ira del marito.
“It ends with us” è un romanzo che parla di dolore e di violenza ma anche di resilienza, di rinascita, nonché della coraggiosa scelta di interrompere quel ciclo generazionale che ha visto la donna vittima, senza alcun potere, di violenze e soprusi.
Nel 2019 il regista americano Justin Baldoni seleziona il romanzo per farne un adattamento cinematografico. Nel 2023 Blake Lively ottiene il ruolo di Lily Bloom e lo stesso Baldoni si cimenta nel ruolo di attore interpretando Ryle. Il film viene rilasciato nelle sale il 21 agosto 2024 e ottiene subito un grande successo al botteghino. Il tutto non senza critiche o polemiche, dalla scelta del cast giudicato poco fedele ai personaggi originali, fino alle strategie di promozione che agli occhi del pubblico sono sembrate poco rispettose del tema trattato.
Sfida al genere romance: impresa riuscita?
Negli aspetti tecnici il film sembra rispettare la trama originale, smentendo molte delle preoccupazioni legate alla fedeltà dell’adattamento. Unica eccezione per l’età degli attori: Lively e Baldoni hanno rispettivamente 37 e 40 anni, mentre i personaggi che interpretano ne hanno 23 e 30 nella storia originale. In merito a questo punto la stessa Hoover ha tuttavia giustificato la scelta di invecchiare i personaggi per “correggere” quello che ritiene un errore commesso nella scrittura del libro.
Tuttavia, ad aver acceso il dibattito è soprattutto il modo in cui il tema degli abusi è stato inserito nel romance. La tendenza a romanticizzare una situazione delicata come la violenza domestica è una critica già mossa in precedenza nei confronti del libro. Quest’ultimo ha senz’altro avuto il merito di aver puntato i riflettori su un argomento così importante affrontandolo con trasparenza e onestà, ma allo stesso tempo lo stile narrativo e le regole del romance hanno tolto spessore al romanzo rischiando di narrativizzare una realtà di abusi. Il film cade un po’ negli stessi errori: a fronte di una buona regia e di una resa sicuramente di forte impatto emotivo, il racconto della violenza vissuta dalla protagonista rischia di scivolare nel cortocircuito dello stereotipo.
Tra le critiche, vale comunque la pena sottolineare come l’impresa in cui “It ends with us” si è cimentato non è affatto banale. Da un lato, infatti, prima la Hoover e poi Baldoni sembrano aver lanciato un’interessante sfida al genere romance, scegliendo di abbandonare la classica narrazione di un amore idealizzato per trasmettere un messaggio più crudo e aderente alla realtà. Si intravede il tentativo di piegare il genere verso tematiche più profonde e complesse alla ricerca di un realismo che mostri tutte le sfumature di una relazione che nel romance classico non trovano spazio. Una scommessa che può dirsi vinta solo in parte, dal momento che tanto il romanzo quanto il film sembrano alla fine cedere allo stereotipo del romance, ai suoi linguaggi e alle sue narrazioni innescando nel pubblico quella sensazione di mancata cura nei confronti delle questioni affrontate. Si ha così la percezione che la storia navighi in una zona grigia, che non sente di appartenere né ad una commedia romantica né ad un genere più impegnato.
Considerazioni finali
Nonostante questo, “It ends with us” è un esempio lampante di come tanto nel mondo editoriale e letterario, quanto in quello cinematografico, si stia cercando sempre di più di abbattere le barriere del genere, aprendo ad una narrazione più flessibile che possa includere nuove forme di rappresentazione più vicine alla complessità della nostra realtà che molto si discosta dalla fissità dei generi.
Infine, occorre sottolineare come il grande apprezzamento del pubblico che ha reso il libro un bestseller e riempito le sale nel mese di settembre, sia la testimonianza di una sensibilità crescente della società verso tematiche come quella degli abusi e della condizione femminile. Il film, seppure con i suoi limiti, ha rivolto l’occhio ad una realtà drammatica giungendo ad un pubblico ancora più ampio. Lo stesso dibattito che ha animato i social è da prendere positivamente, come lo specchio di una collettività sempre più consapevole della gravità del fenomeno della violenza di genere e dunque desiderosa che venga trattato con la giusta serietà e dignità.
Domande ipotetiche per il post:
Avete letto il libro? Avete visto il film? Vi sono piaciuti? Cosa ne pensate del modo in cui viene trattato il tema della violenza domestica?
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