Emergere, venire a galla, apparire chiaramente, affiorare. Tutti sinonimi che designano la resa evidente di qualcuno (o qualcosa) in mezzo a una confusione indistinta in cui si fa fatica, per l’appunto, a scorgere al meglio una determinata personalità. Non è un caso che quando si parla di “artisti emergenti” si faccia riferimento nella maggior parte dei casi a giovani che, trovandosi all’inizio della propria carriera, si aggrappano ai loro sogni e alle forze che hanno in possesso per ergersi nel caos e differenziarsi. 

Ma cosa vuol dire emergere al giorno d’oggi? E in che modo è possibile farlo? 

Ne abbiamo parlato con Dario Parisi, Graphic designer palermitano che lo scorso 15 giugno ha tenuto presso l’Ostello degli Elefanti, a Catania, il suo Vernissage, inaugurante la mostra dal titolo “Interpretazione e Pensiero”.

“Questa mostra è un invito a perderti con me, a lasciare che i tuoi pensieri vaghino liberi attraverso i personaggi e i paesaggi mentali che ho creato”. Così, Dario si presenta nella sua autobiografia e così invita le persone a prendere parte a un viaggio fatto di colori e concetti creativi, rappresentati sotto vesti inedite nei 16 poster selezionati per l’esposizione. Tutti soggetti diversi eppure complementari tra loro, raffigurati nella forma d’arte più rivoluzionaria per eccellenza: il poster manifesto. Quello del designer palermitano è un mondo tanto intimo quanto pubblico, poiché grazie alla sua arte dà sfogo alla parte più introspettiva di sè realizzando poster che possano essere non solo ammirati, ma anche letti e capiti da chiunque li osservi, magari trovandone un senso diverso. 

Da un lato racconta le tematiche connesse alla sanità mentale, come la depressione, l’overthinking, la paura di non farcela; dall’altro espone la parte motivazionale, il modo in cui uscire da quelle ragnatele che, spesso, noi stessi intessiamo nella nostra mente. Un percorso di antitesi che ben si collega al suo lavoro di designer, che intende promuovere la propria identità con font personali e che pur iniziando dal basso non ha paura di sfidare se stesso e puntare alla luna.

Interessante lo spazio che Dario ha, invece, dedicato ai ricordi, intesi come posto felice in cui rifugiarsi e da cui risorgere. La fine di un amore; la perdita di un familiare; una partita a scacchi iniziata e mai finita; l’inevitabile scorrere del tempo: temi universali inerenti a sofferenze che in differente misura ci fanno crescere e rinascere, passo dopo passo, come una “mano rosa in una foto in bianco e nero”.

Le emozioni dell’artista diventano così quelle di chi, osservando le opere, si rispecchia o trova un significato altro. D’altro canto, l’arte non ha bisogno di etichette;  “l’arte non è mai stata coerente” e non deve esserlo. Da qui la scelta di lasciare all’osservatore lo spazio di lasciarsi trasportare da nuove e suggestive riflessioni. Non c’è un modo giusto di vedere le cose o uno sbagliato, semplicemente c’è la voglia di esprimersi in piena libertà prestando attenzione ai dettagli e al lavoro di ricerca, per offrire una via d’accesso al proprio universo interiore. 

L’arte così vissuta è una scelta coraggiosa, ma solo chi ha la volontà riesce a trovare la propria strada e a percorrere nuovi mondi – come l’astronauta che mette insieme le due dimensioni della mostra – cercando e ricercando quello giusto. E forse proprio così si emerge, decidendo intanto di farlo per sè, anche se lontano da tutti.

La mostra sarà aperta al pubblico fino al 15 luglio, le opere sono acquistabili. Per maggiori informazioni segui e contatta @dario.pareasy_ su Instagram o scrivi all’email dariopar95@gmail.com.

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