“Che schifo”, “Ma sono viscidi”, “Quando ne ho visto uno, ho avuto paura e l’ho ucciso”, “È velenoso e può ucciderti?”. Queste sono alcune delle frasi che mi sono sentito dire da quando studio i serpenti e, più specificamente, il biacco, Hierophis viridiflavus sp.

All’inizio ho avuto difficoltà a capire perché, più ne parlavo bene, più le persone mostravano paura e in molti casi disgusto. Probabilmente il fatto che si muovano senza usare le zampe – inghiottendo le prede intere – o che alcuni di loro siano velenosi può farli passare come animali pericolosi. 

In realtà, sono creature estremamente solitarie e schive, che cercano di stare il più al riparo possibile dal resto degli animali, procurandosi il cibo e cercando di rimanere sempre mimetizzati. Prediligono fuggire dall’incontro con l’essere umano e utilizzano il morso come arma di difesa se importunati o calpestati. Infatti, i casi di morsi da serpente sono sempre riconducibili a uno di questi fattori e, soprattutto, se si viene morsi da una vipera si ha il tempo di poter andare in pronto soccorso e fare un trattamento antibiotico.

Per comprendere da dove proviene questo timore nei confronti dei serpenti, ho cercato informazioni sui miti, le leggende e le credenze che si tramandano dall’antichità. Al tempo dei greci e degli egizi, il serpente aveva il significato di tempo e vita in relazione alla sua capacità di fare la muta. Nella cultura romana era considerato un benevolo protettore della casa e dei suoi abitanti. Abbiamo la presenza di serpenti anche nelle tradizioni dell’induismo, nelle quali sono visti come la forma alla base della colonna vertebrale, dove risiede l’energia divina. Questa energia può dare benefici o l’opposto a seconda di come la si vuole usare. Infine, c’è la visione della Bibbia giudaico-cristiana, nella quale il serpente è visto come simbolo tentatore e del male, andando a circuire Eva.

Nonostante la visione negativa che ne dà la chiesa, a Cocullo in Abruzzo viene festeggiata la “festa dei serpari” in onore di San Domenico Abate, protettore dai morsi dei serpenti. In questa festa vengono catturati i cervoni, Elaphe quatuorlineata, una specie non velenosa di serpenti, e ogni 1° maggio vengono lanciati e posati serpenti sulle statue del santo e sulle persone nella processione.

Come si può vedere, nella mitologia, il serpente ha sempre avuto una connotazione che variava dal positivo al negativo. Ma crescendo in un paese di religione cristiana, in maniera inconscia vediamo questi animali come pericolosi e, in moltissimi casi, la paura ci porta a scambiare individui non velenosi, come il biacco – serpente molto presente nelle zone urbane di tutta la penisola italiana – per delle vipere, Vipera aspis sp. Queste sono gli unici serpenti italiani velenosi, ma si trovano prevalentemente in zone selvatiche e le possiamo ritrovare al massimo al confine con zone abitate, tendendo sempre a stare mimetizzate e a non spostarsi durante il giorno. Scambiare un serpente per un altro ci può far agire in maniera sbagliata, portando alla morte un individuo innocuo. Dobbiamo anche ricordare che i serpenti sono animali protetti da leggi regionali che, grazie alla convenzione di Berna, dal 1979 ad oggi tutelano le specie selvatiche in tutta Europa e in Italia dalle uccisioni di massa.

Con l’aumento delle temperature, negli ultimi anni si stanno avvistando sempre più serpenti nelle città o nelle zone periferiche. Il comportamento che induce questi animali a muoversi verso i centri urbani è dato da una quantità elevata di cibo (rettili, piccoli mammiferi e insetti) e la possibilità di ritrovare riparo nei giardini (di case, scuole e fabbriche), oltre che in cantine o garage. Questo fa aumentare il rischio di incontri tra la popolazione e i biacchi. I movimenti bruschi dati dalla paura ci possono far attaccare e, in alcuni casi, anche mordere.

Che cosa si può fare quando si vede un serpente in ambiente urbano o casalingo? 

Se si riconosce che è una specie innocua, cercare di mettere in sicurezza l’animale spostandolo con eventuali bastoni e scope, così da rimanere a distanza. Se c’è possibilità, lasciare l’animale nel posto dov’è, poiché si sposta e non sempre rimane nello stesso territorio. In caso di fobie o presenza di vipere, si possono chiamare i carabinieri forestali o le associazioni che si occupano di recupero di fauna selvatica, come l’ENPA. Per quanto riguarda gli incontri in ambito naturale, cercare di indietreggiare e cambiare strada rispetto alla loro posizione.

I serpenti sono estremamente importanti per i nostri ecosistemi

Riuscendo a mantenere stabili la popolazione di animali che può infestare le nostre città e le aree naturali limitrofe. Questo ci permette di evitare di usare sostanze nocive per noi, gli animali e l’ambiente, dando la possibilità alla natura di fare il suo corso. Non c’è bisogno di apprezzare o amare questi animali, ma c’è sicuramente la possibilità di riuscire a conviverci, grazie alle campagne di sensibilizzazione che vengono fatte nelle varie attività escursionistiche, dando la possibilità al cittadino di comprendere la natura di questo misterioso animale.


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