Al Salone Internazionale del Libro di Torino, i due hanno condiviso, con un’interessata platea, diverse riflessioni su come l’evoluzione del rapporto tra informazione e social media abbia influenzato fortemente non solo la fruizione delle notizie da parte della popolazione ma anche il panorama politico e, in generale, le professioni legate all’ambito giornalistico.
Costa, uno dei fondatori del progetto editoriale il Post, ha raggiunto un grande successo all’interno del panorama italiano anche grazie alla sua presenza multimediale. Dai libri e articoli, fino ai video e podcast, la sua attività – insieme alla redazione di cui fa parte – oggi abbraccia numerosi campi e riesce a raggiungere fasce di popolazione che non utilizzano più soltanto i media tradizionali per informarsi.
Di fronte a lui Ben Smith, uno dei protagonisti del panorama mediatico americano con alle spalle una carriera da blogger ed esperto di media e informazione. Ha lavorato per Buzzfeed e per il New York Times fino a fondare il suo giornale Semafor.
Nel suo libro Traffic (Marchio Altrecose, 2024), infatti, Ben Smith descrive da un punto di vista professionale alcune vicende degli Stati Uniti in cui il concetto di viralità e l’uso dei social media è stato particolarmente rilevante. Racconta, inoltre, come queste piattaforme siano state quasi scoperte con tentativi talvolta anche fallimentari da parte dei media tradizionali. Se, inizialmente, infatti, si pensava che avrebbero avuto la stessa funzione di mezzi come la televisione o la radio; si è poi compreso che la struttura e la fruizione dei contenuti funzionava in modo totalmente diverso e che sarebbe stato necessario adattare i linguaggi alle cosiddette logiche dell’algoritmo.
Smith offre una prospettiva privilegiata nell’analisi di questi argomenti perché è stato uno dei veri e propri protagonisti dell’evoluzione del rapporto tra social media e informazione. Questo anche per il rapporto diretto che aveva costruito con professionisti che lavoravano in piattaforme come Google o Facebook. Ha sottolineato, infatti, che, per quanto non fosse possibile comprendere tutte le logiche con cui quelle tecnologie agivano, aveva una maggiore consapevolezza rispetto alla direzione verso cui si muovevano; si parlava inizialmente dell’importanza dell’engagement, poi si è cercato di valorizzare il lato estetico, ad esempio, e così via in questo tortuoso percorso alla ricerca della viralità.
Questa lunga riflessione, quindi, ha messo in luce un quadro molto affollato delle nozioni che oggi regolano il mondo dell’informazione. Come ha sottolineato Costa, infatti, informarsi è un dovere di ciascuno ma i mezzi per farlo sono diventati talmente variegati che forse si è persa anche quella linearità e quel rapporto di fiducia che dovrebbe esistere tra chi comunica e chi legge le notizie.
Verrebbe dunque da chiedersi quali siano le condizioni attuali? In che modo, oggi, ci si informa? Lo stesso Smith afferma che per anni si è servito prevalentemente di Twitter; da lì è riuscito a rimanere aggiornato quasi in tempo reale su tutto quello che stava accadendo nel mondo. Al momento, però, quella piattaforma ha perso questa funzione quindi lui stesso ha detto I’m lost (sono perso). Nella sua esperienza personale i canali utilizzati sono diversi, dalle newsletter ai podcast, dagli articoli giornalistici ai social media. Si è dissolta, quindi, la nozione di una narrazione univoca e concentrata che dà spazio ad una frammentarietà di canali e informazioni.
In conclusione, è possibile in un mondo contemporaneo che va così veloce essere informati, pur non avendo tantissimo tempo a disposizione? Smith risponde in modo chiaro a questa domanda dicendo che proprio in questo sta l’opportunità dei giornalisti. Il loro ruolo di cosiddetti gatekeepers è più fondamentale che mai e questo è l’obiettivo che si è posto anche nel fondare una redazione come Semafor che vuole offrire ai suoi lettori una visione dei fatti che sia semplice, diretta e il più imparziale possibile. Il ruolo proprio di un semaforo che provi a regolare, attraverso un ordine stabilito, l’ingente traffico di notizie.
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