Nella terza giornata del Festival del Cinema di Roma tutti i riflettori sono puntati su Viggo Mortensen, tra gli ospiti più attesi di questa edizione. Nella serata di venerdì 18 ottobre, in occasione della proiezione del suo nuovo film The dead don’t hurt, la star del Signore degli anelli ha sfilato sul red carpet davanti ai suoi fan ed è stato insignito del premio alla carriera per i suoi contributi nel cinema.

IL CARPET

Sotto il cielo nebuloso di Roma, Viggo Mortensen sfila davanti alla folla venuta ad assistere alla preview di The dead don’t hurt, film che verrà distribuito nei cinema italiani dal 24 ottobre. Percorre il Red Carpet che lo separa dall’ingresso dell’auditorium con il suo abituale fascino distaccato. Il volto impassibile si sbottona in sorrisi gentili mentre concede selfie ai fan e interviste ai giornalisti.

Per i tanti appassionati, appostati da ore con poster di Aragorn e volumi dell’intramontabile fantasy di Tolkien, Viggo è più di un attore: è un’icona, un idolo che ha plasmato generazioni con il suo ruolo più iconico. Ma Viggo Mortensen ha nel suo palmares di successi altri ruoli come quello del glaciale Nikolai Luzin ne La promessa dell’assassino o di Tony Vallelonga nel pluripremiato Green Book.

Il suo esordio alla regia di un film avviene nel 2020 con Falling – storia di un padre. Con The dead don’t hurt Mortensentorna dietro la cinepresa con un western volutamente femminista, che pone al centro della scena la protagonista Vivienne Le Coudy, interpretata da Vicky Krieps. 

IL DISCORSO

Prima della visione del film, Mortensen è stato invitato a salire sul palco per ricevere la Lupa d’oro, simbolo del Premio alla carriera, direttamente dalle mani della direttrice artistica del festival, Paola Malanga. 

Nel suo discorso l’attore ha fatto sfoggio di un ottimo italiano e ha dichiarato: “Sono particolarmente felice che questo riconoscimento coincida con la presentazione al pubblico italiano del nostro nuovo film”. Parlando di The dead don’t hurt ha aggiunto: “Spero che vi innamorerete della nostra Vivienne come tutti noi abbiamo fatto, raccontando la sua tragica, ma bellissima storia.”

Mortensen era già stato ospite al Roma Film Festival nel 2018, in occasione della presentazione del film vincitore di tre premi Oscar Green Book (regia di Peter Farrelly).

Tornare nella Capitale e ricevere il Premio è stata per lui una grande emozione: “È un piacere ritornare in questa bella città e che il mio lavoro nel cinema, con tanti altri, sia riconosciuto dal festival di Roma è un onore singolare”.

“Mi piacerebbe dedicare questo riconoscimento a tutte le persone con cui ho avuto la fortuna di lavorare e da cui ho avuto la possibilità di imparare nel corso di tanti anni. E intendo proprio tutti: si può imparare da ogni persona, non importa quanto bene (o non bene) faccia il proprio lavoro”. 

In italiano ha precisato: “È possibile imparare da tutti: dai buoni, dai cattivi e anche dai brutti!”.

Tra gli applausi del pubblico, Mortensen ha ritirato il suo premio, salutando il pubblico con un italianissimo “In bocca a… la lupa!”.

IL FILM

Non solo attore: Mortensen è scrittore, direttore, produttore e compositore del suo nuovo film, dove recita inoltre nei panni di Holger Olsen, compagno della vera protagonista della pellicola, Vivienne Le Coudy, canadese emigrata negli Stati Uniti d’America.

The dead don’t hurt (in italiano I morti non soffrono) è un western particolare, che lancia una sfida al genere. Innanzitutto, nella scelta di seguire il punto di vista femminile di Vivienne, una donna che cerca di emanciparsi in una località californiana corrotta e violenta, ai tempi della guerra di secessione americana. La storia di Vivienne è drammatica, ma il film, nella sua tragicità, restituisce una sensazione romantica e sentimentale. Nel raccontarci la storia d’amore tra Olsen e Vivienne, Mortensen privilegia un approccio esistenziale e meditativo, con un ritmo lento che antepone il piano emotivo all’azione. Nonostante i risvolti tragici, il film chiude con una nota di rivincita e di speranza.

Per Mortensen The dead don’t hurt ha un forte valore emotivo-familiare. L’attore ha dichiarato di essersi ispirato a sua madre nel creare e raccontare il personaggio di Vivienne: “Era una donna forte, con un’intima resistenza” cresciuta a nord dello Stato di New York, in una zona boscosa al confine con il Canada. La storia è iniziata così, dall’immagine di una bambina, sua madre, che correva tra gli alberi. Tracce della sua storia familiare si ritrovano anche nel personaggio che egli stesso interpreta, il danese Holger Olsen (il padre di Mortensen è infatti originario della Danimarca) e la lingua danese, così come quella francese di Vivienne, ricorrono frequentemente nella pellicola.

Gli spettatori in sala hanno apprezzato profondamente il film e, al termine della proiezione, hanno dedicato un lungo applauso e una standing ovation a Mortensen, che commuovendosi ha espresso gratitudine per l’affetto del pubblico. Ancora una volta, con il suo talento e la sua passione, è riuscito a entrare nei nostri cuori.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *