Per tante persone settembre rappresenta un po’ il vero “capodanno”, sicuramente per lettori e lettrici è l’inizio di una nuova ed entusiasmante stagione culturale con i primi festival letterari.
Perché ci piacciono tanto i festival letterari? Molto istintivamente risponderei per l’atmosfera che si vive, per gli incontri e, diciamocelo, per i libri che si aggiungono ai desideri di lettura! Eppure, tra Mantova, Modena e Carpi c’è stato tanto di più, un’energia diversa che proverò a raccontarvi.
Quest’anno il Festivaletteratura è giunto alla ventisettesima edizione, confermandosi non solo una delle realtà culturali più longeve, ma anche uno degli eventi più seguiti del panorama letterario. In cinque giorni la città di Mantova si riempie di un pubblico appassionato, autori e autrici, persone incuriosite e soprattutto di volontari e di biciclette!
Questa edizione prevedeva un programma molto ampio (circa una quarantina di eventi al giorno nella splendida cornice mantovana) di conferenze e incontri con scrittrici e scrittori, performance di artisti, laboratori, piccoli “Accenti” su temi importanti e interviste.
Ciò che contraddistingue questo seguitissimo festival è l’energia che lo percorre: una vitalità che tutti, dalle magliette blu al fornaio, contribuiscono a dare e che rende questa bella festa inimitabile. A Mantova ci si sente coinvolti in un progetto speciale e si viene travolti dall’inebriante entusiasmo di poter fare letteratura insieme!
Il Festivalfilosofia di Modena, Carpi e Sassuolo è una realtà culturale ormai consolidata da vent’anni nel suolo emiliano. Il fil rouge di questa edizione era “psiche”; mentre il settembre prossimo ci inviterà a riflettere insieme sulla “paideia”. Ogni edizione infatti si conclude con la promessa di ritrovarsi l’anno successivo.
Il Festivalfilosofia rimane un appuntamento di fine estate irrinunciabile per chi desidera interrogarsi e riflettere insieme ai ricchi interventi di personaggi come Massimo Cacciari Barbara Carnevali, Anne Cheng, Umberto Galimberti e Michela Marzano.
Nei giorni del festival si sente il desiderio di partecipazione che anima le realtà modenesi (purtroppo culturalmente un po’ sopite, se non fosse per il settembre filosoficamente scoppiettante). Partecipare agli incontri è sempre molto arricchente, oltre che completamente gratuito.
A Carpi la Festa del Racconto ha scaldato la città proponendo un programma dedicato alla letteratura contemporanea. I temi hanno spaziato dall’autofiction con Walter Siti e Antonio Franchini, l’impatto dei socialmedia sul mondo della lettura, la scrittura cruda e viscerale con Antonella Lattanzi e Carlotta Vagnoli. Non sono mancate presentazioni di libri recenti come Chi dice e chi tace di Chiara Valerio e Il male che non c’è di Giulia Caminito, oltre all’opportunità di partecipare a un reading letterario con Pablo Trincia.
Pur essendo una realtà piuttosto recente, la Festa del Racconto è un’occasione per ritrovarci e ritrovarsi ancora.
I festival letterari ci piacciono perché sempre più rappresentano occasioni importanti di incontro con i nostri autori preferiti, ma non solo: l’incontro che ogni lettore sperimenta individualmente tra le pagine dei libri viene a realizzarsi su un piano collettivo. Ed ecco che forse il desiderio di ritrovarci si manifesta non solo nelle opere che leggiamo, ma anche nelle persone, in un noi che legge?
I recenti esperimenti di ricerca di dimensioni di lettura collettiva (pensando ai party e reading letterari, bookclub) non partono forse dalla stessa radice? E questo ritorno dall’estate non rappresenta il momento simbolico di tutti questi movimenti? Forse sono solo parole nostalgiche di una festival-addicted, ma è stato bello e potente ritornare, incontrarci e fare letteratura insieme.
Sofia Bellentani
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